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Cinghiali sui Colli Euganei

Una invasione ormai sfuggita di mano o ancora gestibile?

In quindici anni il Parco Colli Euganei ha catturato quasi 8200 cinghiali, e probabilmente almeno altri 6 mila sono tuttora liberi di scorrazzare da Este a Montegrotto Terme. I cinghiali oggi rappresentano una delle piaghe più fastidiose dei Colli Euganei: devastano i vigneti di Vo’, ripuliscono i campi dei “bisi” di Baone, causano continui incidenti lungo strade urbane ed extraurbane e creano seri problemi alla vegetazione dei boschi euganei, spontanea e coltivata; inseguono, inoltre, le più pregiate colture dei colli, si riproducono con numeri esorbitanti e sfuggono ad ogni tentativo di controllo. Oltre agli evidenti problemi arrecati alla popolazione, vi è un grave rischio anche per le altre specie animali che popolano il territorio, sia per eventuali attacchi, che per le malattie che i cinghiali veicolano. In merito a questi avvenimenti le istituzioni non sono ancora intervenute per risolvere la  situazione.

Noi studenti della classe Quinta di Accoglienza turistica dell’Istituto alberghiero di Abano, per comprendere meglio i termini del problema, il giorno 6 marzo, abbiamo organizzato un’intervista con il presidente della Coldiretti Padova, Massimo Bressan, per discutere con lui sui vari problemi causati da questi ungulati nel territorio dei Colli Euganei, dove ogni anno si registrano danni a coltivazioni, auto ed abitazioni, ed insieme al presidente Bressan abbiamo analizzato il problema e cercato delle possibili soluzioni.

L’intervista è iniziata con una domanda sul perché non si è intervenuti subito per arginare il problema cinghiali, importati dall’est Europa, e di chi sono le colpe. Dopo aver salutato cordialmente l’intervistatore il presidente inizia a rispondere alla domanda spiegando il motivo per cui vi è questo gran numero di cinghiali che causano problemi: se non ci sono predatori i cinghiali si riproducono di continuo. Una soluzione, ci dice il presidente, è quella di trovare un equilibrio numerico di cinghiali in modo tale che non si creino danni alle colture, in questo modo si attiveranno sia Parco sia Regione.

A livello economico ci viene riferito che i cinghiali causano molti problemi, in quanto i cinghiali provocano incidenti stradali, rovinano il terreno apportando problemi ai contadini, portandoli a perdere il loro raccolto nel giro di pochi giorni (vengono citati come esempio i piselli IGP di Baone). A causa di ciò viene chiesto se si sia pensato di concedere a questi sfortunati coltivatori un indennizzo e la risposta è stata  che un tempo vi era questa somma di denaro, ma col tempo vi sono stati dei tagli che hanno portato ad eliminare questi soldi, ma si pensa di poter trovare, a livello nazionale e comunitario, dei fondi per aiutare questi contadini danneggiati.

In riferimento ad un dato recente, dove più di mille cinghiali sono stati abbattuti, viene chiesto quali soluzioni si intendano attuare per ridurre il numero di animali presenti, che nonostante tutto rimane elevato. Ci è stato detto che si sta cercando di trovare un equilibrio tra le varie esigenze, in modo tale da raggiungere una convivenza accettabile, senza eliminare del tutto l’esistenza dei cinghiali, inoltre viene aggiunto che per questo problema non è ancora tardi per agire.

A livello sanitario viene chiesto se i cinghiali sono appunto portatori di malattie. Il presidente risponde subito dicendo che possono essere portatori di malattie per alcuni animali, ma per adesso non risulta portino malattie per l’uomo.

Per concludere viene chiesto al presidente di esporre la sua idea in merito alle battaglie dei naturalisti i quali propongono soluzioni alternative alla decimazione degli animali. Egli ci ha risposto che colture, aziende e cittadinanza sono impegnate a risolvere il problema sfuggito di mano, non si “ammazzano” i cinghiali per divertimento, ma per mantenere una condizione di equilibrio e per evitare situazioni di pericolo per tutti.

Masiero, Quercioli, Codogno, Caldarella

LO “SVILUPPO” URBANISTICO DI ABANO TERME

L’Assessore ai lavori pubblici del comune di Abano Terme risponde alle domande degli studenti della classe V di Accoglienza Turistica del “Pietro d’Abano” allo sviluppo urbanistico del territorio

Le città di Abano e Montegrotto Terme, essendo in una posizione strategica: comode alle stazioni ferroviarie che consentono in pochi minuti di arrivare sia a Padova che a Venezia, e allo stesso tempo particolarmente tranquille e sorvegliate, attirano molte giovani coppie e non, che desidererebbero abitare in queste località. Una tale notevole richiesta di abitazioni comporta un’alta edificazione di abitazioni. Lo scopo del nostro progetto è quello di comprendere come gli organi istituzionali di queste località gestiscono gli spazi e come sfruttano il suolo.

A tal proposito abbiamo deciso di intervistare l’Assessore ai lavori pubblici del Comune di Abano Terme, Gian Pietro Bano, il quale ci ha ospitati presso la sede del municipio di Abano, presentiamo qui l’esito di questa intervista.

FACCIAMO CHIAREZZA SUI TERMINI

Si parte con una definizione di “standard urbanistici”. Si intende quanti metri quadri di verde ci vogliono per ogni metro cubo di cubatura. Questo cambia per ogni situazione, negli alberghi si parla di posti letto, mentre per le abitazioni si parla di metri cubi.

RAPPORTO TRA DOMANDA E OFFERTA DI ABITAZIONI

Il rapporto tra domanda e offerta dovrebbe essere diretto. Secondo la legge di mercato, tutte le case che vengono costruite a seconda di una specifica domanda e questo processo viene controllato dallo strumento urbanistico. In realtà i tempi di progettazione e di sviluppo sono diversi. Ciò significa una disperata corsa all’edificazione con la speranza da parte delle imprese di riuscire a vendere le abitazioni in tempi veloci per trarne profitto. Queste costruzioni causano un fortissimo impatto sull’ambiente, che viene attenuato grazie ad una pianificazione territoriale precisa ed organizzata.

DOMANDA E OFFERTA DI ABITAZIONI NEL NOSTRO TERRITORIO

Attualmente nelle città di Abano Terme e Montegrotto Terme ci sono più di un migliaio di abitazioni già costruite ma rimaste invendute, formando nuovi sotto-quartieri disabitati. Tutte queste costruzioni non si riescono a vedere perchè ci troviamo in una zona che, grazie alla sua posizione, vede i prezzi delle abitazioni molto più alti rispetto alle zone periferiche. Le persone non avendo sufficiente disponibilità economica, si orienta a comperare dove costa meno.

LA FUNZIONE DEL PIANO REGOLATORE

Il termine piano regolatore oggi è un termine in disuso che è stato sostituito con PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO che si compone dell’impronta generale e del piano degli investimenti.

Il piano di assetto del territorio si basa su tanti aspetti, di base ci si pone due domande: che città vogliamo avere? Che esigenze hanno i nostri cittadini? Riflettendo sulla risposta a queste due domande si va formare il piano di assetto, lavorando sugli standard, sulla qualità, sugli spazi pubblici e su quelli privati.

ESISTE UNA POLITICA EDILIZIA PER I GIOVANI?

Oggi non esistono delle politiche specifiche nel nostro territorio finalizzate a favorire la permanenza delle giovani coppie. Gli incentivi sull’acquisto della prima casa, gli affitti agevolati, sono di carattere generale simili a quelli diffusi su tutto il territorio nazionale.

UN UTILIZZO MIGLIORE DEL SUOLO

Anche grazie ad una recente legge regionale, oggi si parla di riduzione dell’utilizzo del suolo pubblico e del suolo in generale. Ci si concentra  sulle situazioni già edificate e magari abbandonate, quindi si cerca al massimo di riutilizzare gli spazi già compromessi e di non impegnare nuove situazioni vergini e terreni agricoli. La recente legge regionale sul consumo del suolo ha ridotto del 47% le superfici edificabili previste dal nostro piano regolatore (così come per tutti comuni del Veneto).

COSTRUIRE O RECUPERARE?

In una situazione in cui abbiamo molteplici case vecchie e abbandonate, alberghi dismessi che non vengono utilizzati la strada migliore per il futuro sarà sicuramente il recupero della superficie già edificata, la domanda che l’amministratore si pone è relativa alla modalità del recupero, vi sono, infatti, due opzioni: abbattere gli edifici recuperando i terreni, ristrutturare ciò che già esiste; in tal modo si evita di utilizzare ulteriore terreno vergine e nel contempo si fornisce un’immagine positiva del territori.


NOSTRE RIFLESSIONI CONCLUSIVE

La città è il luogo principale per cui le persone agiscono per interessi propri e non comuni. Continuare ad edificare nuove abitazioni e continuare ad abbandonarne altre non è la soluzione giusta per permettere a tutti i cittadini di abitare in una determinata zona. Non tutti hanno possibilità economiche tali da permettersi di acquistare una nuova casa ai prezzi che vengono proposti.

Pensiamo che, per soddisfare le necessità di tutti, basterebbe “rimodernare” le vecchie strutture abbandonate per poterle adibire a spazi di interesse comune, oppure lasciate in mano ad enti, come comunità, per poter garantire un tetto sopra la testa a tutti coloro che ne necessitano. Questa esperienza ci ha fatto capire quanto  le realtà che ci circonda siano diverse da come noi le percepiamo. Il territorio deve essere conservato e non deturpato, preservandolo per il futuro.

Cerato, Galeazzo, Inzaghi, Iuliano 

VENETO: EMERGENZA PFAS

Problema gravissimo che non si può più ignorare.
Acqua inquinata: vera minaccia per i cittadini.

Il nostro gruppo ha deciso di occuparsi del problema riguardante i PFAS, cioè sostanze chimiche prodotte industrialmente e utilizzate prevalentemente in campo industriale per la produzione di impermeabilizzanti.

Queste sostanze vengono utilizzate ormai da 50 anni, ma ancora non si hanno conoscenze certe in materia, soprattutto riguardo ai problemi che possono provocare legati alla salute.

Per approfondire il tema abbiamo deciso di intervistare Filippo Squarcina, Responsabile Servizio Ambiente presso la provincia di Vicenza.

Venerdì 8 marzo, quindi, da Padova, abbiamo preso il treno per andare a Vicenza, dove, all’interno di palazzo Nievo, abbiamo intervistato il responsabile Squarcina.

La paura che si ha, ha ammesso durante l’intervista Squarcina, è proprio quella di non sapere nulla al riguardo, anche se il problema è stato scoperto nel 2013 e quindi già cinque anni fa.

La Regione Veneto e l’ASL, ha continuato il responsabile, stanno approfondendo il tema, investendo molte risorse per studiare queste sostanze.

Si imputa l’inquinamento a una società di Vicenza, ormai chiusa, la quale ha subito un provvedimento presso la Procura della Repubblica e una sanzione da 3 milioni di euro.

Da quando è stato scoperto questo inquinante, gli enti gestori degli acquedotti hanno installato dei filtri per evitare che le sostanze vengano assorbite, tramite l’acqua, dai cittadini. Dal punto di vista ambientale, invece, dal 2013 è stata avviata un’azione di bonifica per bloccare la contaminazione all’interno del sito vicentino e all’interno della fabbrica stessa, per poi, in seconda fase, eliminare l’inquinante da queste due zone. Questa azione di bonifica è comunque in continua evoluzione essendo una sostanza ancora poco nota.

La falda che è stata inquinata da queste sostanze ha interessato la zona ovest della Provincia, quindi Vicenza, Verona e Padova verso Montagnana.

Abano e Montegrotto, ci ha assicurato il responsabile ambientale di Vicenza, non corrono nessun rischio di inquinamento da PFAS.

Abbiamo quindi realizzato una seconda intervista questa volta coinvolgendo il Sindaco del Comune di Abano Terme, Federico Barbierato, per approfondire meglio il problema dei Pfas nel nostro territorio e, soprattutto, per sapere se il nostro Comune è a rischio o meno nell’essere contaminato da tali sostanze nocive.

Il Sindaco ha iniziato sottolineando come le acque di Abano Terme siano sicure, la città è infatti certificata EMAS (acronimo di Eco-Management and Audit Scheme nonché strumento creato dalla Comunità europea che valuta e migliora le prestazioni ambientali). Lo scopo dell’EMAS è cercare di realizzare uno sviluppo economico sostenibile, mettendo in rilievo il ruolo e le responsabilità delle imprese.

Abano Terme segue rigorosi standard di gestione ambientale che garantiscono la sicurezza sia delle falde acquifere che dell’ambiente circostante. Il Sindaco ha affermato come l’ultimo prelievo effettuato durante l’anno escluda ogni tipo di contaminazione e mostri come tutti i valori siano nella norma.

Ha continuato poi sottolineando come la certificazione EMAS serva a rassicurare i cittadini e sia un fattore distintivo per la città che deve sponsorizzare e valorizzare un prodotto importante come il fango terapico, elemento caratterizzante dei comuni termali e fondamentale per l’economia del territorio basata sul turismo.

Ci è stato inoltre assicurato di come i controlli vengano continuamente svolti nonostante questa non sia una zona rossa, ovvero a rischio. Queste precauzioni sono state prese poiché alcune zone della vasta area compresa tra Vicenza, Verona e Padova sono state pesantemente contaminate.

Infine abbiamo fatto presente di come i PFAS siano nocivi per l’organismo umano, il Sindaco, a conoscenza delle conseguenze, ha subito fatto notare come nelle zone rosse, alcuni dati riportino un aumento increscioso di aborti e infertilità maschile, che gravano sulle già poche nascite del territorio.

Simone Zuppa, Lara Donolato, Rachele Minio, Daniel Celeghin

 

ACQUA TERMALE REFLUA? QUALE MIGLIOR STRUMENTO! “Montegrotto Terme all’avanguardia: l’acqua termale per il riscaldamento pubblico e privato.”

Montegrotto Terme – Il progetto basato sul riscaldamento delle abitazioni private e degli uffici pubblici, sfruttando l’energia derivante dalle acque reflue termali, è tutt’ora in evoluzione. L’idea di tale progetto nasce durante la campagna elettorale dell’odierno Sindaco di Montegrotto Terme, Riccardo Mortandello e dalla percezione dei cittadini, del calore imprigionato all’interno del proprio territorio, soprattutto nella stagione invernale come si può vedere da tombini e canali che fumano.  Il passo successivo è stato quello di prendere contatti con diversi dipartimenti dell’Università di Padova per poi poter ragionare sulla risorsa geotermica del comprensorio euganeo.

Il progetto, ideato nel 2018, è tenuto tutt’ora in considerazione ma, a causa dei tempi di progettazione molto lunghi e di alcune lentezze burocratiche, potrebbe volgere a termine anche dopo la legislatura di Mortandello.

Relativamente a questo progetto noi studenti della classe Quinta di Accoglienza Turistica dell’Istituto alberghiero Pietro D’Abano, abbiamo intervistato il primo cittadino, il Sindaco Riccardo Mortandello, che ci ha illustrato quali potrebbero essere i vantaggi di questo piano:

  1. innanzitutto consentirebbe di ottimizzare il consumo della fonte termale e di utilizzare il calore di quella reflua
  2. aiuterebbe poi a ridurre l’anidride carbonica (fonte inquinante) prodotta dal riscaldamento di edifici pubblici e case private, grazie ad una centrale di geotermia (proprio come alcuni hotel della zona),
  3. un ulteriore vantaggio è legato al fatto che la  riduzione nella produzione di anidride carbonica porterebbe la nostra destinazione turistica a proporsi nel mercato come destinazione GREEN, requisito tenuto molto in considerazione dal turista quando sceglie la destinazione del proprio viaggio.
  4. un ultimo, importante, vantaggio di questo progetto – spiega il primo cittadino – “Consiste nel risparmio che si otterrebbe: lo studio stima un vantaggio economico dai 6 a ai 12 milioni di euro l’anno e dai 20 ai 40 in tutta l’area euganea e rientrerebbe, a pieno, negli obiettivi del progetto Europa 2020 superando la riduzione di gas di oltre il 20% come prefissato per la nostra comunità”.

Il progetto è replicabile in altre destinazioni turistiche ed è preso in considerazione dall’Europa, che per questo è più propensa a finanziarlo.

Arrivati, dunque, al termine di questa indagine, ci siamo resi conto dell’importanza che questo progetto ha ed il valore degli obiettivi e delle riflessioni che vi stanno dietro. Dall’incontro con il Sindaco, figura molto disponibile e propensa al miglioramento e allo sviluppo della zona in cui opera, abbiamo avuto modo di realizzare, specialmente dopo le sue parole, la difficoltà nella realizzazione di questo progetto ma, nonostante ciò, anche la sua valenza. La destinazione turistica delle Terme Euganee necessita di qualcosa che, con l’odierno sviluppo di un turismo sempre più improntato sul green e sulla sostenibilità ambientale, la valorizzi e che, come si spera, le faccia riacquistare quel tale successo che aveva negli anni passati. Un progetto come questo, vede la sinergia di molte  persone rappresentanti delle varie istituzioni locali (comuni, associazioni di categoria ecc…), le stesse sono fiduciose nel portare a termine questo importante progetto e noi, avendo avuto l’opportunità di avere dei contatti diretti con una di esse, lo siamo altrettanto. Sappiamo non si tratti di un’azione semplice e veloce, ma siamo convinte della bontà dell’iniziativa e abbiamo osservato da vicino la determinazione di chi, da molto tempo, sta portando avanti questa importante iniziativa.

Lunardi, Giacomini, Boffo, Mugler

Gas Radon: minaccia nel Veneto

Allarme presso l’istituto “Cini” nel Padovano. I livelli di gas Radon superano il limite consentito, mettendo in pericolo la salute dei cittadini.

Se si parla di Radon è necessario sapere come la principale fonte di questo gas risulta essere il terreno, specialmente se di origine vulcanica come i Colli Euganei, dal quale fuoriesce e si disperde nell’ambiente, accumulandosi in locali chiusi dove può diventare pericoloso. Recenti studi hanno individuato che l’eccessiva inalazione di gas Radon sia la seconda causa di tumore al polmone dopo il fumo di sigaretta.

Secondo i valori consigliati dalla Comunità Europea, il limite di concentrazione di questo gas è di 200 Bq/m³ per le nuove abitazioni e 400 Bq/m³ per quelle già esistenti, è riscontrato però che non tutti i paesi rispettano questi limiti.

Nel Veneto il paese più minacciato dalle esalazioni di tale gas è Monselice (PD), la cittadina, che si trova ai piedi dei Colli Euganei, presenta uno dei punti più critici individuati negli ultimi anni. Purtroppo nel territorio comunale la zona maggiormente colpita lambisce la sede della scuola primaria  “Cini”. Il Comune per riuscire a limitare il problema ha installato nuove strumentazioni che permettono un ulteriore transito dell’aria e apparecchi che rilevano il livello del gas radon in ogni aula. Le preoccupazioni avevano anche indotto al Comune nel pensare di dover spostare gli alunni dell’istituto in altri plessi sempre all’interno del territorio comunale, tuttavia l’applicazione di questo nuovo sistema di aerazione e aspirazioni ha riportato i valori sotto il limite consentito e l’amministrazione comunale si è posta quale obiettivo di far scendere i livelli sotto i limiti consentiti.

Il 23 marzo noi studenti della classe 5 di Accoglienza Turistica dell’istituto alberghiero di Abano Terme,  abbiamo intervistato il Vice sindaco e Assessore di Monselice nonché professore di economia presso il nostro istituto professionale, prof. Andrea Parolo.

Il professore ci ha raccontato che nella regione Veneto fu lanciato un progetto in diverse scuole nel 2003/2004 finalizzato a monitorare i livelli di radon presenti sul territorio, in questa campionatura vennero trovati livelli superiori ai 500 Bq in alcune aule dell’istituto Cini di Monselice e ci si rese conto di dover intervenire per risolvere questo problema, vennero adottate delle soluzioni tra cui degli strumenti di aerazione che favorivano il ricambio di aria. Nel corso degli anni continuò questa serie di monitoraggi fino a che nel 2007  vennero riscontrati nuovamente gli stessi valori dovuti al malfunzionamento e alla scarsa manutenzione degli impianti di aerazione.

L’ARPAV, in collaborazione con il Comune di Monselice, ha provveduto ad installare nelle aule dell’istituto primario dei rilevatori per tenere sotto controllo le quantità di gas radon presenti. La preoccupazione e la paura hanno colpito soprattutto le famiglie degli studenti della scuola primaria, ma l’amministrazione comunale ha rassicurato i propri cittadini poiché nuove strategie e progetti per la sicurezza degli studenti sono già in atto.

L’idea di spostare gli alunni presso altre strutture nel comune di Monselice è ormai svanita grazie alle ultime iniziative e i livelli sono scesi fino a tornare ad una situazione controllata. Oggi l’istituto “Cini” di Monselice è in una fase di monitoramento costante per non causare altri allarmismi nelle famiglie.

La minaccia di questo gas non incombe esclusivamente nei Colli Euganei ma in quasi tutto il Veneto. Il Vice sindaco rassicura i cittadini affermando che le migliori soluzioni  per quanto riguarda la prevenzione dal gas Radon sono e saranno messe in atto da tutta la Regione.

Frizzarin, Milesi, Pavanel, Piazza classe 5AT dell’IPSEOA Pietro D’Abano

Buon Natale e buone vacanze!


noel-enchante-avec-aimantsBuon Natale ad ognuno e ad ognuna.

Se in questo tempo di vacanza inizierete a lavorare al blog e incontrerete delle difficoltà, non esitate a scriverci: sara.bin@fondazionefontana.org  (o a chiamare 348 0507818); marianna.derenoche@fondazionefontana.org

Ci rivedremo nel 2019 con tutti i lavori d’inchiesta.

Buona settimana e buon lavoro

801306_20150112_pupazzo_neveCare e cari blogger, buongiono! Come va? C’è qualche gruppo che sta per iniziare a lavorare? Il blog dovrebbe essere in ordine e funzionare (almeno dal punto di vista dell’accesso: credenziali, opzioni di pubblicazione, ecc.). Per quanto riguarda invece i contenuti, il funzionamento dipende da voi, da quello che inserirete. Siamo impazienti di leggere i vostri articoli! Ricordate che nel menu qui a destra si sono delle pagine con le “istruzioni” per lavorare! Ma se avete bisogno di aiuto o avete scordato qualche passaggio, scriveteci e/o chiamateci. Siamo a vostra disposizione! Buon lavoro.

  • Sara Bin: sara.bin@fondazionefontana.org (cell. 348 0507818)
  • Marianna De Renoche: marianna.derenoche@fondazionefontana.org
  • Lucia Gennaro: lucia.gennaro@fondazionefontana.org

 

Il blog…

Questo blog è uno spazio virtuale per conoscere, approfondire e condividere storie, esperienze, progetti, problemi dei territori che abitiamo dal punto di vista ambientale. Il percorso World Social Agenda 2018-19 si iscrive all’interno dell’Agenda 2030 dell’ONU sugli obiettivi di sviluppo sostenibile e, in particolare, focalizza la sua attenzione sulle questioni ambientali.

Qui sono stati pubblicati gli articoli giornalistici che studenti e studentesse delle scuole secondarie di Padova e Provincia hanno scritto a seguito del lavoro d’inchiesta ambientale sui territori urbani e rurali di appartenenza: sono state investigate le questioni relative alla gestione del territorio e delle risorse acqua, aria, suolo ed energia.

L’attività del blog ha avuto una durata di circa sei mesi, da ottobre 2018 a marzo 2019.

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